marziayoga

The quieter you become the more you can hear


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Varanasi. Giorno 9

Alle 3.20 suona la sveglia, ci prepariamo cercando di fare silenzio per non svegliare tutti, ma con grande sorpresa scopriamo che loro si sono alzati prima di noi per salutarci ❤️e aiutarci con le valigie che sono decisamente lievitate (forse ‘decisamente’ non è il termine giusto… La realtà è che ora pesano più di noi!!)

Ci fanno lasciare tutte le valigie in attesa del pulmino e ci portano al tempio per un’offerta al BabaJi. Ajit è emozionato (quella di ieri era la sua prima Yantra, che ho scoperto chiamarsi Havan), mette a tutti il Bindi di sandalo e riso, al collo una collanina di gelsomino e nelle mani dei profumatissimi petali di rosa (che che offriremo al BabaJi)

Sunny, il canino, è sempre vicino a noi, è triste, ha la stessa faccina della Niki quando manca qualcuno della famiglia, ha capito che partiamo. Carina non si alza dal suo giaciglio, ma ci osserva da lontano attenta.

Arriva il pulmino, iniziano a caricare (poverini) le valigie sul tetto, Tejbal ridendo ci dice che all’ andata erano 12, ora ce ne stanno solo 8 (strano chi l’avrebbe mai detto😉). Scopriamo esserci una specie di bauliera, qualcosa entra anche lì,  ma non tutto, già sappiamo dove finirà il resto.

Salutarli è straziante, piangiamo tutti, incluso il ragazzino più giovane, quello che da quando siamo arrivati non ha mai aperto bocca, ma che ci ha rubato il cuore per la sua tristezza (gli manca tantissimo la famiglia). Abbracciarci è il minimo.

Il viaggio verso l’aeroporto è silenzioso, la città è ancora mezza addormentata. All’ aeroporto fila tutto liscio (o quasi). Al check in mi pesano la valigia 16kg. Il ragazzo del desk mi strizza un occhio e mi dice: “mettili zaino.” Tolgo a caso un po’ di roba e ora ho la certezza che il mio bagaglio a mano pesa più dell valigie imbarcata. Anche queste sono soddisfazioni, ero partita con 8.8kg di valigia e 4 di zaino… Anch’io ho le mie soddisfazioni 😂

Passiamo i controlli, colazione con un litro di cappuccino bollente e praticamente aprono il gate. 😖

Il volo passa in un attimo, il secondo check in è lungo come la morte (come poi sarà il volo fino a casa), trovo un ristorante thai e diviso con Paola un Veg Garlic Chilli Noodles, passiamo al volo dalla libreria e casualmente mi casca un altro libro tra le mani… Succede.

Ci imbarchiamo, il volo è lungo, ma finalmente alle 22.30 ora italiana (2.00 ora indiana) arriviamo a casa.

PS per restare in tema di lacrime: Ajit Ji ci ha scritto per sapere se eravamo arrivati e per dirci che la canina sta meglio e che è andata dal veterinario.


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Varanasi. Giorno 8

Sveglia solita, sento il corpo che è abbastanza contratto, stanotte è stata un pochino impegnativa, vabbè pace, ora si pratica.

Yin e Shiva flow, dedicato a Shiva e Shakti. Oggi si sta davvero bene, il picco sarà a 38°, praticamente fa fresco! Si respira.

Colazione e poi torniamo dai bimbi che  hanno preparato per ognuno di noi, una card di ringraziamento, piangiamo tutti come fontane, loro sono troppo cuccioli.

Check in e inizia per tutti il problema peso valigia-spazio libero-shopping che manca-quanto devo cambiare???

Nel dubbio ci facciamo un caffè, tanto al momento è un mistero irrisolvibile😂

Dopo di ché lezione sui veda sempre con Giulia che ci spiega tantissime cose e la lezione vola. Insegna a Silvia a mettere il sari, sono entrambe bellissime.❤️

L’india ti insegna a vedere oltre, gli occhi e dritti nel cuore delle persone.

Pranziamo, oggi polpette di farina di ceci, con un sughetto di: cumino, pepe, semi di coriandolo, cardamomo verde, ghi e chissà cos’ altro, verdura cruda e riso bianco (che non manca mai. Stasera spero in un Rito di chiusura, vedremo Ganesh come ci stupirà. 🙏

Chiedo a Silvia di guardarmi il pianeta di Mauri e scopro che come per il calendario cinese che siamo drago, anche in questo caso siamo entrambi Guru – Giove, l’archetipo è l’ insegnante. … In caso non fosse chiaro il mio Dharma.

Andiamo ad Assi Ghata, oramai ci conoscono tutti i negozianti. Sembriamo formiche impazzite a caccia di libri, collane, cavigliere, magliette, ogni ben di Dio ( giusto per la gioia della valigia).

Troviamo tutto quello che cerchiamo, io son felice come una bimba perché trovo una statua di Saraswati fatta a mano da un artigiano locale. Ultimo chai (qui il latte è crudo, per cui è una favola, io che a volte sono intollerante al lattosio, non ho avuto un problema.) e andiamo al punto di ritrovo. Ridiamo tutti perché siamo carichi come somari.

Arriviamo in tempo per la Aarti,a in realtà ci aspettano una serie di sorprese:

1) Puja nel Gange

2) Aarti per il Gange

3) yantra: cerimonia del fuoco con Ajit che fa da cerimoniere, è super suggestiva, si partecipa in modo attivo, con pranayama, canti, meditazioni, lanciamo nel fuoco, credo del legno di sandalo, è profumatissimo, dei gelsomini freschi.

Il tutto dura circa 2 ore e mezza.

Ceniamo, io mi sento particolarmente stanca, andiamo a salutare e a fare le coccole a Carina e poi nanna. Domani la sveglia è alle 3.20……


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Varanasi. Giorno 7

Sveglia alle 6.20, i miei malleoli si vedono,  scopro che anche la pancia mi si è sconfiata, come le gambe. Mettere i leggins non è più una tortura tipo costume lungo da agonismo. Respiro felice e pratico Yin e Shiva flow.

Colazione spettacolare con omelette personalizzata, pane, papaya e chai. Mi sento una regina felice.

La nota dolente della mattina è che Carina, la nostra canina mascotte è stata attaccata da 3 cani e le hanno fatto davvero male, la disinfettano, lei scodinzola, servono punti. Parecchi e infatti la portano dal vet.

Portano da lei, il cane nero, il patatone inavvicinabile, che passa in mezzo a noi con occhi teneri, la annusa, lo riportano al suo posto e lui inizia a latrare triste. Ci spezza il cuore.

Ci portano a visitare l’ospedale oculistico della loro fondazione e la scuola, con bimbi dai 2 anni e mezzo ai 13. Ci cantano poesie, mantra e si presentano uno ad uno. Sono uno più tenero dell’ altro, ti viene voglia di abbracciarti tutti.

Gli serviamo il pranzo nelle ciotoline, ognuno ha la propria, è un momento che passa troppo velocemente.

Ajit Ji ci accompagna nel varie classi raccontandoci un po’ di cose e ci presenta un ragazzo ospite della fondazione che è campione di karate e che a breve potrà iniziare a gareggiare all’ estero, è l’insegnante di educazione fisica della scuola, sembra un ragazzino e scopriamo avere 23 anni. Uno degli sguardi più luminosi visti fino ad ora.

Pranzo leggero (meno male) e andiamo con Ganesh, il nostro cuoco, a comprare le spezie che usa in cucina: il suo masala speciale.

(quello che noi chiamiamo curry qui si chiama masala, tendenzialmente sono spezie intere, da usare o così o polverizzate, non necessariamente è piccante o con la curcuma, mentre il cumino è tassativo, ma qui non ha nulla a che vedere con quello che si mangia in Italia, è digeribile e non puzza per niente).

Ci vuole un’ora di tuktuk, nessuno di noi demorde, attraversiamo mezza Varanasi, i timpani ci fumano, vedo foto che potrei fare ovunque e mi mangio le mani, è un macello usare una reflex in modalità manuale quando ogni 2 minuti cambia la luce e sei su un mezzo senza ammortizzatori, su strade perennemente con buche. Arriviamo in una specie di kashba caruggio dove tutti commerciano spezie (il paradiso praticamente). Ci  facciamo preparare il suo Masala Special e deprediamo (oramai siamo organizzatissimi) il negozio, che malgrado noi sembra moltiplicare i prodotti. Poi andiamo a vedere un tipo che vende il chai  e il tea che probabilmente bevono a Buckingham’s palace perché costa una follia a dei livelli assurdi (tipo 5 volte che in Italia), ottime spezie, ottimo profumo, indiscutibile ma preferisco tenere il pezzo di rene che mi è rimasto per lo shopping di domani.

Torniamo in ashram cotti come acciughe (adoro il loro casino perenne, ma mi manca tanto il silenzio di casa, anche perché probabilmente dovrò andare da un otorino🤣).

Appena metto piede nell’ ashram chiedo di Carina e (attenzione attenzione), mi invitano ad andare a trovarla, io ho le lacrime, perché è nel dormitorio dei ragazzi. Metto solo il becco dentro, la vedo topolina e sofferente, ma son felice che sia a casa.

Il tempo di rianimarci con un caffè e 2 dolcini (yes il raid al super di ieri), che inizia la lezione di sanskrito basic con Giulia, che è unica a spiegarci in modo semplice la Sorella Maggiore di Tutte Le Lingue. Tutte le invidiamo il sari che indossa e l’eleganza con cui lo porta. Sembra la Shakti.

Cos’ ho compreso? Che è una lingua assolutamente precisa, talmente precisa che per imparare l’alfabeto ci vogliono 2 anni. (Hanno 18 tipi di A, giusto per fare un esempio, scrivono in Devanghari tutte le possibilità di pronuncia). Seconda cosa, quando le hai imparate: dimenticatele perché gli srùti, le sloka e tutto il resto sono talmente complesse che per leggerle ti ci vuole un commentario, figurati capirle.

Penso che mi ci vorranno 18.000.000 di vite per capirci qualcosa. Sento che ce la posso fare!😶‍🌫️💪😵‍💫

Mi prende la stanchezza, salto la Aarti o rischio di fare una figuraccia, giuro, domani che è l’ ultima sarò presente.

Penso a Carina che è sotto di noi, e spero che non stia sentendo troppo male alle ferite e penso ai miei pelosi e  pennuto di casa (che so che stanno stra bene e che sono super accuditi da Mauri con amore) e mi vengono i lacrimoni.

Ceniamo, stasera riso con verdure e ricetta segreta, ci riconosco peperoncino, cumino e foglie di tulsi fresche.

Usciamo e il Guru Ji mi invita ad andare nella stanza di Carina per darle un biscottino e coccolarla. Lei apprezza le coccoline, ma è troppo dolorante per mangiare. Io penso di dormire lì per terra con lei, ma chiaramente non è fattibile e poi davvero la amano tutti tantissimo.

Max e Silvia danno da mangiare al cagnolone nero (siiiiiiiii!!!) e a noi danno un quantitativo di biscotti enorme da dare a Sunny (il maschio mascotte), lui fantastico, tipo MahaRaja non alza praticamente la testa da terra per farsi imboccare, fa ridere tutti.

Ora nanna, che domani ci aspetta un’ altra bella giornatina!

PS oggi il caldo era più che sopportabile, o forse mi sono abituata.


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Varanasi. Giorno 6

La mia regola della partenza: vai senza aspettative, si sta manifestando nella bellezza più assoluta.

Sveglia alle 6.20, oggi si pratica Yin e Shiva flow🤩.

Spero di riuscire a finire di lavarmi (ieri non avevamo più acqua alla sera) e come apro il rubinetto esce una brodaglia color ruggine (che non ci abbandona per il resto della giornata). Penso: le mie magliette bianche saranno perfette, vabbè pace, tanto non saranno lì a guardarmi…

Il mio corpo finalmente sembra essere tornato muscolarmente quello di sempre, il problema sono i liquidi nelle gambe, che sento sempre pesanti e gonfie (alla sera gioco  :trova il malleolo).

Colazione con frutta e porridge alla cannella, il cuoco è talmente bravo che è riuscito a farmi piacere sta brodaglia collosa, anche se onestamente non so se me la preparerò una volta tornata in Italia.

Satsang con il GuruJi dalla California per una mezz’oretta e poi siamo libere di fare quello che vogliamo. Alcuni vorrebbero andare ad Assi Ghata vi viene fortemente sconsigliato perché oggi è il giorno dei test di ingresso per l’università e sembrerebbe che è tutto intasato. Optiamo per un giro a piedi nella via con i negozietti vicino a noi, per arrivarci dobbiamo superare una mini mandria di mucche e ci troviamo nell’ inferno di catrame. Non è che c’è casino, di più  ed è assordante!! la coda in tangenziale rispetto al caspino che c’è qui è assolutamente nulla.

Con Paola optiamo per continuare la nostra missione in cerca del supermercato.  Il casino si fa sempre più intenso. Questa strada è un vialone diviso in 2 da uno spartitraffico, il lato che va verso il centro è fermo, da noi qualcosa si muove. Cammina cammina, sempre peggio, oramai siamo in un girone dantesco e realizziamo che le moto e le bici nella nostra corsia vanno in entrambe le direzioni, possibilmente incollate ai passanti che oramai si lanciano da un cavo elettrico all’ altro come Tarzan, ma noi non desistiamo e continuiamo ridendo Arriviamo a 1 rotonda, il becco il momento perfetto per passare che mi stupisco da sola, dalla parte opposta  Paola mi guarda, urlo: lanciati o non passi più!

Anche per lei passato il primo secondo di terrore attraversa, ci sentiamo delle guerriere vincitrici mancano 100mt alla metà e qui il gioco si fa ancora più duro. Abbiamo come spazio vitale per camminare l’esatto di una cannuccia,😂 altrimenti si alternano muri e immondizia.

Arriviamo al super, Paola lascia lo zaino a me simpatia, il tempo di depredare gli scaffali. Riusciremo mai più a chiudere le valigie? Boh, a dire il vero lo shopping non sarebbe ancora finito….

Il viaggio di ritorno forse è peggio dell’ andata, perché ora le moto arrivano di spalle, ma noi siamo fiduciose, per attraversare invece che passare sulle strisce, passiamo direttamente sui piedi dei poliziotti e in un attimo siamo in ashram soddisfatte.

Lezione: entra nel flow e lascia andare, imparata!

Pranzo e chiamata a casa❤️, alle 4 ci fanno assaggiare una bevanda ayurvedica rinfrescante: lo Roohafza, un’ ennesima chicca.

Ci chiedono di fare sewa e sistemiamo il giardino, tutta la nostra balconata.

Ci portano poi dall’ altra parte del gange, esattamente difronte a noi a vedere la loro fattoria / paradiso delle piante curative della verdura e futuro frutteto.

Ci accolgono due GuruJi e scatta la magia, il più anziano ci accoglie con calore, il più giovane ci racconta della fattoria e del suo scopo e ci porta in avanti scoperta, mentre il sole tramonta su Varanasi. Lui adora quel posto, ha il cuore puro, quando ci racconta delle piante si illumina.

Le mucche son tutte: me la dai una grattatina? E chiaramente è impossibile tenere le mani lontane da loro e dal canino.

Ci offre il chai migliore del mondo e lo salutiamo inchinandoci.

Domani partirà per il SUO viaggio ‘segreto’. Con i vestiti che indossa e pochi soldi, verrà caricato su un treno e dovrà tornare per luglio.

Torniamo in ashram per cen, mi faccio la doccia che sembra ok, ma all’ ultimo risciacquo pensa bene si darmi una botta di ruggine….🤣


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Varanasi. Giorno 5

E anche oggi: me la prendo con calma domani.

Sveglia alle 4.20, gita sul Gange da urlo, con vista dell’ alba e della rive gauche, dove ci sono mucche, buoi, cani cavalli, cammelli e dune di sabbia, tante dune. Nella foschia del mattino sembra di essere nel deserto. Una magia.

Visita ad un nuovo Ghat, ancora in costruzione, dove ci sono dei murales che raccontano la storia di Krisna, andiamo dall’ altra parte del fiume per visitare un ex lebbrosario ora mausoleo del BabaJi del nostro ashram, meditiamo.

Torniamo all’ ashram, colazione e mattinata libera, io opto per la chiacchera, studiare è praticamente ancora impossibile perché c’è sempre la barca rave-party. No, non ha finito né il gasolio né l’elettricità. Strano perché da noi salta in continuazione.

Ci rilassiamo, io sono un po’ mugugnosa per una serie di cose viste, nell’ ordine: i ghat dove fanno le cremazioni, un uccellino a cui i corvi hanno aperto la testa ed era in agonia e una canina carlino con la rogna che è arrivata super festosa a farci coccolare e quando siamo andati via ha fatto la faccia più triste della terra e mi ha letteralmente spezzato il cuore.

Pranziamo e alle 16.00 tuk tuk per lo shopping nr 2, che chiaramente passa troppo velocemente e non riusciamo a passare dalla libreria, ma forse è un bene perché devo cambiare i soldi.

Aarti in ashram, alcuni mantra che cantano son davvero belli e chiediamo se possono insegnarceli, Ajit Ji che è l’uomo più gentile e disponibile della terra, non solo ci dice subito domani, ma decide di insegnarcene anche altri nei prossimi giorni. È talmente uno spettacolo sentirlo spiegare che sembriamo le fan dei Beatles.

Ci chiamano perché siamo in super ritardo per la cena e ci prepariamo per il top della giornata. Concerto di musica tradizionale al tempio di Hanuman, per evitare gli accidenti ai controlli, lasciamo tutto in ashram. Ma tutto tutto tutto. Arriviamo e le signore de controllo ci guardano incredule: ma siete ancora qui??

Si

Ci palpano come non fosse un domani e dicono Power banks? Mobile phones??

Sconsolate che abbiamo solo i vestiti addosso ci fanno entrare.

C’è praticamente il mondo, ma molto meno bolgia di quello che pensavo, i cori da stadio ci sono sempre (li fanno mentre attendono di vedere la statua del loro beniamino), troviamo un posto per sederci e per i primi ameno 10 minuti pensiamo che stiano accordando il sitar, invece no, è  già il concerto, lo capiamo guardando le espressioni di felicità e rapimento degli indiani presenti (incluso le nostre anime accompagnatrici).

Chi collassa da una parte, chi vorrebbe scappare, sentiamo tutta la section che sembra più una nostra jam session. Cambia il gruppo e come per il primo pensiamo si stiano accordando, invece no, è tutto un lamento (qui c’era il cantante e una specie di corista, che cantava da solo, ripetendo il lamento del primo). Iniziamo a guardarci, ora è tipo: scappiamo? Si ma come facciamo?? Mi fingo svenuta, ah no un sacco dormono, magari pensano che mi piace. Opto per alziamoci e diciamo che siamo lessi. Funziona a metà prima di uscire (mente il cantante continua nella sua sentita disperazione) ci guardiamo una serie infinita di quadri, tutti molto interessanti. Ci chiamano i tuk tuk e ci dicono di avere pazienza che stanno mangiando e che arrivano. Così è la nostra giornata si conclude mezzanotte.

Ora sono le 00.50.

Bonne nuit!


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Varanasi. Giorno 3

Sveglia 6.30 e penso: dov’è il paranco che mi teletrasporta oggi?

Scendo in Baddha Konasana e ci resto. Iniziamo bene.

Or il dilemma: pratico yin con Silvia o Ashtangha con Max? Non lo so. Esco dalla stanza e non riconosco Silvia.

Si siamo messi bene.

La shala ha le tende chiuse, ha una temperatura umana, opto per ashtangha, sia mai che mi prenda frescazzo a fare yin…

Max ci guida lentamente, la pratica passa in un nano secondo. Il mio lato destro inizia a sciogliersi ma dovrei stare una settimana in Urdhva Muka, o forse 2, per sistemarmi.

Colazione: mi lancio, via le forchette e i cucchiai, usiamo le mani.

Passiamo la mattina a girare il tuk tuk per Ashram e templi, uno più bello dell’ altro. Ognuno con una storia particolare, la sua carica energetica.

Devi entrare a piedi nudi. Talmente nudi che per sicurezza ci fan lasciare le scarpe sul tuk tuk e le piante direttamente sull’asfalto rovente. Più nudi di così non si può.👣🔥

Devi lasciare anche cellulari, macchine fotografiche, qualsiasi cosa che possa sembrare un oggetto elettronico, inclusa la bottiglia d’acqua 🤔

Torniamo in ashram, giusto in tempo per servire un po’ di cibo ai bisognosi, passiamo un po’ di tempo con i bimbi e rientriamo per il pranzo.

Appena finito e lavato le nostre stoviglie ci informano che possiamo iniziare a prenotare i massaggi. Chiedo il dry, che non è un aperitivo MA un massaggio tipo Thai, senza olio. Si stupiscono e mi chiedo almeno volte: sei sicura? Ma stai male?

Alchè mi sorge un dubbio…. Ma non desisto e rimango ferma nella mia decisione. Appena prima di iniziare mi chiede: ma hai dolori?

Si il dorso destro, ma non è un dolore. Son corta.

Ride e parte dal mio piede destro. E li capisco tutto. È in puro stile thai strong. Inizio a ridere e gli dico: è proprio questo che volevo!

Come sempre scopro tensioni muscolari ovunque e termina nella posizione del bambino, che è un modo gentile per dirti: non alzarti di colpo che ora ti sembra di avere 2500 anni.

Lassi time🥛, che credo stanotte me lo sognerò perché era buonissimo e poi sewa. Opto per i vetri, in puro stile togli la cera, metti la cera. L’atmosfera è gioiosa.

Un attimo di pausa e sul tetto per il kirtan, tra un tondino si ferro eun mattone. È in costruzione, ma ci garantiscono: è il punto migliore per meditare.

Aarti e cena. Fa sempre caldo…..vado a prendermi la cisterna d’acqua da bere stanotte.


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Varanasi. Giorno 2.

Sveglia alle 6.30, pratica alle 7.00, ho scelto ashtangha in versione super soft per cercare di capire come stavo dopo il viaggio, risposta: incriccata pesante. Lato dorsale destro non pervenuto.

La shala è una piccola fornace vista Gange, con il sole che ti saluta. La amo,, mi sciolgo, arriva il respiro e si sblocca quasi tutto tranne lì il lombare. Urdhva muka svanasana sembra quando faccio i nodi sbilenchi, tiro tutta, vabbè, domani mi rifaccio.

Colazione con frutta, porridge di semolino (favoloso) e chai.

Prendiamo il tuk tuk e via a vedere il primo ghat, la libreria (esperienza fondamentale qui 🤣), prendo 2 libri che da soli pesano quanto la mia valigia alla partenza.

Incredibilmente c’è poca gente, ma solo perché il caldo oramai ha reso le gambe 2 tronchi gonfi e giustamente non escono in strada. Regna una pace pazzesca e i tempi dilatati degli indiani si impossessano anche di noi. (Con sto caldo potete fare al massimo 2 commissioni al giorno, non di più)

Torniamo a casa giusto per rinfrescarci, pranzare e sgonfiare i 2 tubolar… Ehm volevo dire le gambe e via in barca.

Il pomeriggio passa velocemente, vediamo 2 templi di Shiva di cui uno tutto in legno, scivoliamo nelle loro viette super colorate e piene di graffiti, profumi, scooter che riescono a passare ovunque.

Vediamo il ghat dove fanno le cremazioni e la suggestiva Ganga Aarti dal fiume super affollato di barche, il numero di anime presenti è incredibile.

Finalmente torniamo in ashram, il tempo di cenare, farci una doccia e nanna…


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Varanasi. Giorno 1

Back to India.

Questa volta 12 giorni a Varanasi, con 43° secchi (per fortuna) e in gruppo, per me assoluta novità. Già perché  questa volta ho deciso di partecipare alla mia prima vacanza studio con i miei insegnanti: Silvia e Max, con Paola una mia allieva garfagnina, Silvia amica di Pisa e un sacco di visi per me nuovi, molto molto molto molto gentili.

Parto ieri mattina da Castelnuovo, con le mie solite lacrime da separazione marito+gatti+cani+pesci+galline, recupero le fanciulle e via verso Milano.

Tutto bene e sereno, ci cancellano il Malpensa Express, un santo al desk info ci Sava la vita. Arriviamo per ultime, appena appena trafelate, per scoprire da brava rinko che non ho stampato il visto. Mi prende giusto quell’ attimo di panico, ma subito arriva il secondo aiutino, Patrizia.

Vai check in fatto, andiamo al gate. Sul volo praticamente non si vedono i film, non va la musica, ma forse è meglio così perché il volo è super silenzioso.

Volo in ritardo di mezz’ora… Anzi no quasi un’ ora, che se non ho capito male (perché ero appena appena in coma) era un po’ di più.

Arriviamo a Delhi alle 9.00, imbarco per Varanasi ore 9.40, praticamente delle persone gentilissime ci tele-trasportano al gate tra i vari e infiniti controlli. Saliamo sul volo e arriviamo a Varanasi con i suoi murales, moto e auto in contromano e la sua temperatura appena appena cocente.

L’ashram è un bellissimo, si cammina sempre a piedi nudi, incontriamo Giulia che si è trasferita qui da 14 anni per studiare il sanskrito e ci fa fare un tour dell’ ashram.

Il tempo di riposare e ci aspetta la prima Aarti e la cena favolosamente speziata e piccante.

Nanna subito.

Domani sveglia alle 6.30, si parte!