marziayoga

The quieter you become the more you can hear


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Varanasi. Giorno 1

Back to India.

Questa volta 12 giorni a Varanasi, con 43° secchi (per fortuna) e in gruppo, per me assoluta novità. Già perché  questa volta ho deciso di partecipare alla mia prima vacanza studio con i miei insegnanti: Silvia e Max, con Paola una mia allieva garfagnina, Silvia amica di Pisa e un sacco di visi per me nuovi, molto molto molto molto gentili.

Parto ieri mattina da Castelnuovo, con le mie solite lacrime da separazione marito+gatti+cani+pesci+galline, recupero le fanciulle e via verso Milano.

Tutto bene e sereno, ci cancellano il Malpensa Express, un santo al desk info ci Sava la vita. Arriviamo per ultime, appena appena trafelate, per scoprire da brava rinko che non ho stampato il visto. Mi prende giusto quell’ attimo di panico, ma subito arriva il secondo aiutino, Patrizia.

Vai check in fatto, andiamo al gate. Sul volo praticamente non si vedono i film, non va la musica, ma forse è meglio così perché il volo è super silenzioso.

Volo in ritardo di mezz’ora… Anzi no quasi un’ ora, che se non ho capito male (perché ero appena appena in coma) era un po’ di più.

Arriviamo a Delhi alle 9.00, imbarco per Varanasi ore 9.40, praticamente delle persone gentilissime ci tele-trasportano al gate tra i vari e infiniti controlli. Saliamo sul volo e arriviamo a Varanasi con i suoi murales, moto e auto in contromano e la sua temperatura appena appena cocente.

L’ashram è un bellissimo, si cammina sempre a piedi nudi, incontriamo Giulia che si è trasferita qui da 14 anni per studiare il sanskrito e ci fa fare un tour dell’ ashram.

Il tempo di riposare e ci aspetta la prima Aarti e la cena favolosamente speziata e piccante.

Nanna subito.

Domani sveglia alle 6.30, si parte!


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Come pensi di aprirti all’Oggi?

Forse con curiosità e meraviglia.
Forse con gratitudine e grazia.
Forse con l’intenzione
di essere ricercatore e ricercato,
di essere donatore e ricevente,
ad essere incredibile e pieno di gioia.

Allora, che cosa è ti arresta?
Non ci sono barriere che non ti permettano
di sperimentare la tua integrità,
di sperimentare la tua creatività,
di dare il tuo amore.

Sei libero di creare, danzare, ridere, muoverti
sentire, sorridere, connetterti, fluire
e farlo di nuovo e di nuovo ancora.

Lascia che tutto sia così com’è
nella libertà, nella felicità, e nel tuo essere originale.

Questo momento è per te.
è nella tua bellezza.
è nella tua magnificenza.
è nella tua piena espressione.

Ma devi volerlo!
devi dire sì ….
l’orizzonte si espande.

Mi inchino nella tua scelta.
tutti gli esseri si inchinano a te nella tua scelta.

Ohm. Namastè


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Il respiro consapevole. Un dono prezioso. Parte 4

Ultima parte del ns cammino nello studio del respiro consapevole.

.difficoltà a concentrarsi?
È normale, soprattutto nei giorni ‘ni’. Impariamo fin dall’inizio a considerare un ‘momento prezioso solo per noi’ il tempo che dedichiamo all’esplorazione del respiro e piano piano diventerà il nostro momento di rilassamento totale, la nostra casa.

.se non trovo un posto mio come faccio?
Trovare un angolino in casa all’inizio è importante, basta un tappeto per terra, 2 cuscini  posizionati sempre nello stesso angolo et voilà la magia inizia. Magari basta sederci difronte al nostro quadro o alla nostra fotografia preferita.

come faccio se non mi lasciano in pace?
. chiedo gentilmente di non essere disturbato per 5/10 minuti e chiudo la porta. Oppure potrebbe diventare un momento di condivisione famigliare, dove tutto si ferma e si rimane uniti, dove l’energia positiva si condensa.

e i rumori esterni?
. se ci concentriamo profondamente, nulla potrà turbare la ns calma

. quanto è importante farlo tutti i giorni e poi farlo diventare un’abitudine?
a furia praticarlo, diventerà un gesto naturale e ci vorranno pochi respiri per ritrovare la pace dentro

. e i pensieri che tornano tutte le volte a tormentarmi?
fermarsi a respirare è un ottimo momento per fare ordine, quando si hanno troppi pensieri.
a volte basta sedersi e avere vicino un block notes e una penna per scrivere tutti gli impegni e le commissioni che dobbiamo fare. una volta scritti, ci sentiremo liberi e saremo pronti a concentrarci sul serio sul ns respiro.

Namastè


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Il respiro consapevole. Un dono prezioso. Parte 3

Continuiamo il nostro studio sul respiro.
Piano piano che ci concentriamo sentiamo il nostro corpo che si lascia andare.
Eppure c’è una vocina che si domanda…

. e se mi viene l’ansia per il tempo, perchè non capisco se passa o se non passa?
Ohm rilassati!
Puoi mettere un timer settato sui minuti che ti vuoi dedicare, oppure puoi creare una playlist con  uno/due brani che ti rilassano e sai quando finiscono puoi tornare alle tue occupazioni.

Non esiste un ‘tempo giusto’. Ognuno ha il proprio.
L’importante è cercare di dedicare soprattutto all’inizio, almeno 5 minuti tutti i giorni.
È un regalo che ci facciamo per imparare a stare nel qui e ora.
Perché non farcelo?

.non riesco a stare fermo, cosa faccio?
È normale all’inizio essere agitati e sentirsi ‘imprigionati’ se l’opzione ‘provo a stare seduto’ non fa per te, puoi sempre provare con una passeggiata al parco, sulla spiaggia, in mezzo alla natura e possibilmente lontano dal traffico.
Col tempo imparerai che non importa dove sei, l’importante è essere cosciente della qualità del tuo respiro.
Buona respirazione!
Namastè

p.s.  la scusa ‘io non mai tempo’ non è valida. Anzi è motivo per fermarsi a riflettere.


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Il respiro consapevole. Un dono prezioso. Parte 2

Allora com’è andata la vostra prima esplorazione sul respiro?
Vi siete rilassati?
Siete riusciti a percepirlo oppure vi siete trovati con la mente piena di dubbi e perplessità?
Ok prima di risederci per esplorare nuovamente il nostro respiro, vediamo se riesco a sciogliere qualche nodo.

. di tutti i pensieri che mi vengono cosa ne faccio?
nulla, li lascio scorrere, come sono arrivati se ne andranno.
Cerco di non attaccarmi a loro con le emozioni, li lascio fluire.
… e mi concentro di nuovo solo sul respiro.

. e se la posizione è scomoda, posso farlo da sdraiato? cosa cambia?
Certo che posso farlo da sdraiato, anche se la posizione rischia di farci addormentare.
L’ideale è stare seduti, non importa se le gambe sono incrociate, o allungate, se mi appoggio con la schiena al muro.
All’inizio dobbiamo calibrarci e osservarci per cui qualsiasi posizione che ci aiuta a esser comodi va bene, poi piano piano ci abitueremo ad osservare il ns respiro in qualsiasi momento.

Buona respirazione!
Namastè


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Il respiro consapevole. Un dono prezioso. Parte 1

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Respirare è la cosa più naturale che facciamo, ma siamo sempre talmente presi dai nostri problemi che non ce ne rendiamo conto.
Andiamo avanti come dei treni, non ascoltiamo quasi mai segnali che ci invia il ns corpo, figuriamoci se possiamo star lì ad osservare il ns respiro!
Beh… bell’errore.
Per cui, stop. Fermiamoci un secondo e osserviamo cosa sta succedendo al nostro naso.
No tranquilli, non succede nulla. Non diventa nemmeno rosso da clown.
Filtra solo dell’aria. Fredda in entrata e calda in uscita.

Sembra una tutta una banalità, direte: ‘brava Marzia, hai scoperto l’acqua calda!’

Grazie all’attenzione al nostro respiro possiamo imparare a rilassarci profondamente e ridurre lo stress.

Quando dormiamo il respiro è lento e profondo, a volte talmente lento e rilassato che dobbiamo avvicinare gentilmente le dita alle narici della persona che sta dormendo per percepirlo.
All’opposto quando il cuore batte a mille per una qualsiasi emozione / esperienza forte che stiamo vivendo, il respiro diventa corto, affrettato, come se stessimo scalando una montagna.

Come faccio nella vita di tutti i giorni a focalizzarmi sul respiro e a riscoprirlo?
Proviamo a partire da qui:
. trovare 5 minuti x me. spegnere telefoni, tablet, pc, tv.  per alcuni può essere utile una candela, un incenso, la luce bassa
. mi siedo in una posizione comoda.
. porto l’attenzione al respiro e lo osservo.
cosa provo? dove va l’aria che entra dalle mie narici?

Proviamo solo a fare questo per una volta. Nient’altro.

Vi sembra facile?

 


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Il buongiorno si vede dal…??

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….la sera precedente!!

Al risveglio capita di essere di cattivo umore perché abbiamo dormito male, agitati, con sogni o pensieri di solito terribilmente negativi e catastrofici, questo perché quando siamo andati a dormire non abbiamo fatto pace con tutti i vari problemi della giornata.

Problemi in genere causati dal ns rapporto con le persone, da rancori da cui non vogliamo distaccarci.

Come faccio per avere un sonno più sereno?

Prima di andare a dormire, come penultima cosa della giornata, raccogliamoci in meditazione. Chiudiamo gli occhi e lasciamo andare tutto. Osserviamo i pensieri che ci appaiono e non aggrappiamoci, anzi lasciamoli scorrere come quando guardiamo la tv.

Tutto passa.

Prendiamoci il tempo che ci serve, senza fretta, finchè non sentiamo il ns respiro che torna ad essere naturale, come quando dormiamo.

Poi come ultima cosa, sistemiamoci nel letto e auguriamo virtualmente la buona notte a tutti quelli che ci vengono in mente, i primi saranno certamente i nostri affetti e le persone che ci stanno vicine, gli amici, i nostri animali, ma spendiamo anche del tempo ad augurare un buon sonno a tutte quelle persone che in qualche modo vediamo in modo negativo. Anche se è impegnativo, cerchiamo di rilassarci e di sorridergli e/o immaginare che a loro volta ricambiano il vs sorriso.

Al mattino, al risveglio, dedichiamo i primi minuti al Buongiorno, augurandolo a tutti.

Man mano che lo farete, vi distenderete e il vostro sonno sarà come quello di un bambino.

Namastè


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Budokon Seconda Serie. Francoforte 2015

Budokon-University-logo

 

Certe cose accadono. Cose speciali, magiche, con un’atmosfera unica e un’energia che ti fa sentire un Guerriero Invincibile, che può fare tutto, focalizzato solo sull’IO SONO. Non c’è niente altro. Unione e vuoto.

Per il corso di Budokon Seconda Serie sono partita senza aspettative, perchè Cameron non ci ha anticipato nulla, solo qualche video, qua e là.
Nei giorni precedenti alla partenza si alternavano panico ‘(dai, non può mettere questo, dai non può mettere quello!!’) e tantissima curiosità (‘ma se non lo mette cosa ci sarà?’).

Una volta incontrati in aeroporto Silvia e Cristiano, tutto è scomparso, niente + aspettative, solo la gioia del condividere, un abbraccio forte ha sciolto tutte le tensioni.
Arriviamo, troviamo le nostre 3 compagne e amiche italiane e altre persone che conoscevo dal corso dell’anno scorso, presentazioni, abbracci, ‘yeeehh!! you here toooo!! so happyyyyy!!’. Mi sento improvvisamente a casa. Il mio inglese ci mette un giorno a farsi sentire, ma mi sento davvero come se fossi sul mio tappetino.

Cameron ci presenta la nuova serie:’If you want to get this diploma, you have to work hard on your body, but mostly on your mind.You can be perfect in your moves, but if you do not get the point and understand, I’m not going to give you the certification’.
Inizia a leggere e a parlarci di Sri Maharaja e di ‘Io sono’. Siamo tutti un pò stupiti, ma l’argomento è talmente interessante che ci assorbe totalmente, nei giorni seguenti non vediamo l’ora di ascoltarlo, di meditare, di ascoltarci e di imparare ad osservarci. it’s a long way, man!

Il flow…. il flow è stato un crescendo, profondamente dentro ogni respiro. Come prendere ogni componente di un orologio e montarlo piano piano al fine che possa battere perfetto.
Ascoltare il ns corpo, respirare ogni movimento, suggerendo, testando, incremendando il battito, tutti ci siamo sentiti quegli ingranaggi. Un’onda sola, energia senza tempo e spazio.

Ognuno di noi ha affrontato le proprie paure (forse dovrei dire terrori), ognuno di noi è tornato a casa con ‘oh chi l’avrebbe mai detto che ci sarei riuscita/o?!?!’, un pò lividi, un pò tagliuzzati, ma con tanta voglia di superare i ns limiti e di riuscire a presentare tutte le parti della sequenza all’esame.

Tutti tifavamo per tutti, un team che ora mi mancherà terribilmente, perchè siamo diventati amici, abbiamo condiviso birre, pranzi, cene, chiacchiere, risate (tante tante tante), cantate.

I compiti da fare a casa sono tantissimi, il primo per me è imparare a meditare, a distaccarmi, a non prendermela sul personale, etc, etc; la parte fisica arriverà un pò alla volta, soprattutto lavorando in gruppo.

Scrivendo queste righe m’è venuta la pelle d’oca e man mano che i vari ricordi affioravano mi sono trovata spesso a ridere, rivedendo le varie espressioni di ognuno, che rimarranno sempre impresse nella mia memoria.

Sono stra-grata a tutti per il tempo dedicato, la passione, l’unicità, l’umiltà, lo spirito e per la ricerca che abbiamo iniziato a fare dentro di noi.

Love, I bow, Osu, Namastè